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Implantologia

L’impianto dentale è una radice artificiale sulla quale va a fissarsi una corona, sostituendo così il dente perduto.

Una radice artificiale di titanio viene fissata direttamente all’osso della mascella (al posto del dente estratto). Quindi, sulla radice viene fissata una corona, mediante un pilastro protesico, e questo consente di sostituire il dente perduto.

Durante un intervento chirurgico viene inserita la radice artificiale (una vite) nell’osso dove sostituisce la radice del dente mancante.

Dopo un periodo di cicatrizzazione, il pilastro viene insediato sull’impianto dentale. Questo pilastro servirà di supporto per l’insediamento della corona dentale. Gli impianti dentali consentono di:

  • sostituire un solo dente
  • sostituire più denti
  • sostituire tutti i denti

 

 

 

 

Che cos'è un impianto dentale?

Un impianto dentale è un dispositivo protesico fisso, composto da una radice dentale artificiale, inseribile nella mascella o nella mandibola, e da uno o più denti artificiali
Lo scopo di un impianto dentale è coprire lo spazio lasciato libero da uno o più denti mancanti o estratti, nell'arcata dentaria superiore o inferiore.


L'installazione di un impianto dentale è, a tutti gli effetti, un intervento di tipo chirurgico, che prevede generalmente l'anestesia locale e una modesta sedazione. Come in ogni intervento chirurgico, c'è un certo rischio di complicanze.
Il materiale d'elezione degli impianti dentali è il titanio nella sua forma pura; negli ultimi tempi, tuttavia, sta prendendo piede anche l'utilizzo di impianti dentali in zirconia. Se gestito nella maniera adeguata, un impianto dentale ben installato può durare tranquillamente 10-15 anni. La prognosi, quindi, tende a essere favorevole.

 

 

 

 

L'impianto dentale e il ponte dentale sono la stessa cosa?

Molte persone confondono l'impianto dentale con il ponte dentale.

L'errore nasce, molto probabilmente, dal fatto che impianto e ponte dentale possiedono le medesime indicazioni.

 

 

 

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Caratteristiche di un impianto dentale

Le parti che costituiscono gli impianti dentali sono sostanzialmente tre:

  • la vite endossea (o fixture), è l'elemento dell'impianto dentale cilindrico e filettato che, a seguito del suo inserimento nell'osso mandibolare o mascellare, subirà il processo di osteointegrazione, ossia il processo di integrazione nel tessuto osseo; mima la radice di un dente vero, pertanto deve inserirsi nel tessuto osseo mandibolare o mascellare. Dalla vite endossea e dal suo inserimento nel tessuto osseo dipende la solidità dell'impianto dentale; per questo motivo, ne costituisce la porzione più rappresentativa. In un dente normale, la vite endossea equivale sostanzialmente alla radice;
  • l'abutment è l'elemento di raccordo tra la vite endossea e la protesi dentaria. Dopo l'inserimento dell'impianto dentale, rappresenta la porzione a stretto contatto con la mucosa gengivale; ciò spiega per quale motivo prende anche il nome alternativo di componente transmucosa.
  • la protesi dentaria è ciò che prende il posto dei denti mancanti o estratti. Di fatto, è la parte esterna dell'impianto dentale, che ha il compito di coprire la zona priva di denti.

 

È importante ricordare che le dimensioni di un impianto dentale – nella fattispecie della vite endossea – variano a seconda della quantità di osso mascellare o mandibolare disponibile: più tessuto osseo è disponibile e maggiore è la lunghezza della vite endossea; viceversa, meno tessuto osseo c'è e minore è la lunghezza della vite endossea.

 

 

Nota importante: cos'è l'osteointegrazione?

Il termine osteointegrazione definisce il processo di unione tra un osso e un impianto artificiale, come per esempio la vite endossea degli impianti dentali. In base alle conoscenze attuali, il suddetto processo di unione ha luogo solo quando l'impianto artificiale è realizzato in titanio.

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Nel nostro studio eseguiamo la chirurgia guidata

 

La chirurgia guidata consiste in una tecnica all’avanguardia che permette di ridurre la durata e i fastidi degli interventi di implantologia dentale.

 

L’intervento chirurgico implantare prevede l’inserimento di un dispositivo in titanio che sostituisce gli elementi dentali persi. Normalmente quest’operazione avviene “a lembo aperto”, ovvero tagliando la gengiva in modo da esporre la zona ossea che deve ricevere l’impianto, con inevitabile sanguinamento, gonfiore e dolore post-operatorio per il paziente.

Questi inconvenienti possono essere evitati attraverso il nuovo impulso dato dall’implantologia guidata, anche nota come implantologia computer guidata, una tecnica che si basa su uno studio in 3D con speciali software che riproducono fedelmente l’anatomia del paziente prima che si sottoponga all’intervento.

 

Sulla riproduzione in 3D del cavo orale è possibile inserire gli impianti in modo virtuale, controllandone gli assi e le profondità e potendo stabilire ex ante quali saranno le criticità dell’operazione: in questo modo si ha da subito una visione d’insieme non solo sull’intervento prima che venga messo in atto, ma anche sul risultato finale.

A questa fase di ispezione e progettazione segue la creazione di una “dima chirurgica”, ovvero una mascherina di precisione che riproduce la posizione degli impianti simulata al computer: la dima viene quindi introdotta nel cavo orale per guidare la fresa nella realizzazione del “sito implantare”, lo spazio preciso nel quale verrà inserito l’impianto ad hoc precedentemente progettato.

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Quali sono i benefici di questa tecnica rispetto a quella convenzionale?

Sono numerosi sia per il paziente, sia per il chirurgo.

Prima di tutto la radiologia 3D fornisce importanti informazioni anatomiche sui nervi, le arterie e la forma dell’osso, evitando problematiche inattese durante l’operazione e consentendo una visione anticipata dei rapporti tra impianto ed eventuali ostacoli anatomici. La dima chirurgica, infine, semplifica notevolmente l’intervento riducendone i tempi, evitando tagli estesi e permettendo l’esatto posizionamento dell’impianto, fattore chiave del successo implantare.

 

Oltre ad una più veloce e fisiologica guarigione dei tessuti, infine, il dolore, i sanguinamenti e i gonfiori tipici dell'implantologia tradizionale sono praticamente assenti. Questo aumenta la possibilità di trattare pazienti con patologie particolari come il diabete o i pazienti cardiopatici e,​ inoltre​,​ garantisce​, ogni qualvolta si presentino le condizioni idonee,​ la possibilità​ ​di tornare a​ ​una vita normale con i nuovi denti​ nel giro di 2 ore dall’inizio dell’intervento.

 

 

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